📕 Excerpt from Opere del Conte Giulio Perticari di Savignano, Patrizio Pesarese, Vol. 2Segue il censore scusando il suo coraggio perchè egli osi di porre le mani nelle carte di si grand' uomo. E dice: ch' ei non fa questa scusa per coloro che solo cercano e seguono verità; ma egli parla a que' che fanno le meraviglie anzi i miracoli di tutto che fu scritto in antico: e interamente spregiano l'eta in cui vivono; del qual vizio i più degli uomini sono ofl°esi. E veramente era assai facil cosa, che molti condannasserò la voglia di chiamare in giudizio uno scrittore, che da tutti oelebravasi cor-na divino, ed era segnato come l'estremo termine oltre il quale _non potevzisi gira da chi volesse nome di eccellente nelle arti della eloquenza.'ma Dionigi°si fa cuore: si pone a combattere: non isgementa per queste accuse, comeclzè elle tengano alquanto del teatrale} e siano accomodate ad accattare la grazia della moltitudine. E perciò si ripara sotto l'esempio di Aristotele e di Platone, cosiderando come il primo censuro gli scritti del secondo ch' era pur suo maestro: e come Platone svelò gli errori di Parmenide, di Protagora, di Zenone e degli altri filosofi na turali. Perciocchè oflicio pfincipnlissimo del filosofo è il cercare il vero: e secondo quello così ordinare i pensieri come la vita.Poste queste fondamenta, 'sègue sciogliendo una forte que stione, per cui si chiede: come un uomo di bassa mente possa far censm°e delle opere'd' alcuno: u...