📓 Estratto: ...avverrà che poi si deggia morire, allora il minor mal s'elleggia. - 85 Non credo che quest'ultime parole potesse esprimer sì, che fosse inteso; e finì come il debol lume suole, cui cera manchi od altro in che sia acceso. Chi potrà dire a pien come si duole, poi che si vede pallido e disteso, la giovanetta, e freddo come ghiaccio il suo caro Zerbin restare in braccio? 86 Sopra il sanguigno corpo s'abbandona, e di copiose lacrime lo bagna, e stride sì, ch'intorno ne risuona a molte miglia il bosco e la campagna. Né alle guance né al petto si perdona, che l'uno e l'altro non percuota e fragna; e straccia a torto l'auree crespe chiome, chiamando sempre invan l'amato nome. 87 In tanta rabbia, in tal furor sommersa l'avea la doglia sua, che facilmente avria la spada in se stessa conversa, poco al suo amante in questo ubidiente; s'uno eremita ch'alla fresca e tersa fonte avea usanza di tornar sovente da la sua quindi non lontana cella, non s'opponea, venendo, al voler d'ella. 88 Il venerabile uom, ch'alta bontade avea congiunta a natural prudenza, ed era tutto pien di caritade, di buoni esempi ornato e d'eloquenza, alla giovan dolente persuade con ragioni efficaci pazienza; e inanzi le puon, come uno specchio, donne del Testamento e nuovo e vecchio. 89 Poi le fece veder, come non fusse alcun, se non in Dio, vero contento, e ch'eran l'altre transitorie e flusse speranze umane, e di poco momento; e tanto ...